Personaggi

PROF. GIUSEPPE CELONA

Pippo Celona, come amavano chiamarlo i suoi amici e poi compaesani ficarresi, arrivò a Ficarra per insegnare nella locale scuola media nel 1968, proveniente da Villafranca Tirrena, col suo bagaglio di studi classici culminati nella laurea in Lettere all’Università di Messina. Dopo la sua carriera di professore divenne dirigente scolastico oltre che studioso per passione e poeta. Come dallo stesso testimoniato in molte delle sue pubblicazioni dal giorno del suo arrivo a Ficarra è forte il legame con il piccolo paese sui monti Nebrodi, legame che sarà destinato a durare per tutta la vita. La sua attività di professore e poi Preside si intreccia con quella di scrittore e poeta che si concretizza in numerose pubblicazioni e molto intensa è anche la sua passione per il teatro. Promotore e animatore di numerose attività nell’ambito culturale ficarrese, crea ed organizza insieme alla locale Pro Loco il “Congresso di storia medioevale, moderna e contemporanea dei Nebrodi” del quale curò anche personalmente una pubblicazione degli atti in un volume. Ancora, insieme all’allora Presidente dell’Associazione culturale “L. Pirandello” Preside Prof.sa Vittoria Ferraloro, promuove e svolge una serie di attività artistiche e culturali, che ridiedero vitalità all’Associazione stessa. Intraprese, ad esempio, la preparazione di un recital di poesia contemporanea. Tra le altre attività ebbe l’idea di ricercare canti e danze della tradizione popolare per poterne fare uno spettacolo. Da qui nacque successivamente l’idea, che lo stesso Prof. Celona, nella pubblicazione per la celebrazione del ventennale del gruppo, definì “Un duplice atto d’amore”, verso l’amato Paese di Ficarra e verso la sua donna, ovvero l’idea di costituire nel lontano 1968 quello che allora veniva chiamato gruppo folkloristico.

“I Nebrodi” nacquero quindi dalla grande passione per la diffusione della cultura e delle tradizioni popolari siciliane che il Prof. Celona nutriva e lui stesso li definì: “essenzialmente un atto d’amore, un miracolo, oserei dire, il risultato di tante forze ed energie intelligenti che sono scaturite da unità di sforzi, dall’entusiasmo giovanile, dalla sincera, leale attività di tanti che operavano in modo disinteressato, spinti solo dal bisogno di realizzare un’idea geniale (per trovare un altro gruppo folkloristico nelle immediate vicinanze bisognava andare, allora, a Cefalù o a Messina)”.

Furono numerose le difficoltà che un’attività del genere presentava come ad esempio: il reperimento e la partecipazione delle ragazze, i fondi necessari per costumi e strumenti, l’inesperienza nel settore. La forza di volontà del Prof. Celona trovò il supporto fondamentale di due figure incredibili allora anch’essi protagonisti della fervida attività culturale ficarrese ovvero il Maestro Valentino Ricciardo, che con la sua lealtà e generosità diede un notevole contributo nel superare molte difficoltà di carattere organizzativo e soprattutto economico e la Preside Vittoria Ferraloro grande supporto grazie alla sua stimata professionalità e moralità che garantiva per tutti in particolare per le ragazze nei confronti delle famiglie.

Grazie quindi al suo “duplice atto d’amore” e alla intensa passione per la cultura e le tradizioni il Prof. Celona ideò e diede avvio ad una realtà che dopo 50 anni ha contribuito a far conoscere Ficarra e i Nebrodi in tutto il mondo costruendo quel modo di essere e quella mentalità aperta e solidale che caratterizza tutti i ficarresi e non solo, ma anche e soprattutto tutti i coloro che hanno fatto e fanno oggi ancora parte dopo mezzo secolo de “I Nebrodi” di Ficarra.

PROF. MICHELE ANGELO MANCUSO

La morte di un uomo genera sempre sconforto, amarezza, rimpianti, dolori emozioni intense e profonde in coloro che lo hanno conosciuto, amato, stimato. E tutto un universo che scompare, che precipita nel nulla del nulla, cancellato dalla tetra morte. Un universo di pensieri, di affetti, di sogni, di speranze. Ed è proprio quello che avvenuto con la scomparsa  di Michele.

Certamente gli elogi e le lodi post mortem sono poca cosa di fronte al ricordo stesso che si fa memoria e che alimenta il cuore e la mente degli umani viventi: parenti, amici, conoscenti.

Sono cresciuto, siamo cresciuti con Michele. Ho avuto il piacere di ascoltare le sue “lezioni di vita” che diventavano lezioni sul Romanticismo o sull’Illuminismo sulla 850 Coupè bianca mentre da Gioiosa andavamo a Ficarra o in una camera  di un lussuoso albergo  di Bruxelles.

Io e tanti giovani di Ficarra abbiamo scoperto il “ Mondo “ con te nelle vesti di “Cicerone “. I freddi paesini d’Olanda, le città della Germania del Belgio ci sono apparsi quasi familiari ed accoglienti nel momento in cui, grazie a te, al gruppo, ci sentivamo “ baldi conquistatori “

Sotto la tua guida Ficarra, agli inizi degli anni 70, ha vissuto uno dei momenti più vivi, impegnati, gioiosi: ci hai insegnato non a cantare, danzare, recitare ma ad organizzare, a rischiare, a cominciare a vivere.

Figlio, anima e cuore pulsante della sua materna terra siciliana hai saputo descrivere, volti, personaggi, luoghi, atmosfere, poesia di questo amato paese da te adottato senza mai dimenticare la natìa Patti.

Ci hai insegnato a non rassegnarci, a sfatare miti e modi di essere con l’impegno, la costanza la poesia “ Si dice che in Sicilia la gente ami stendersi al sole noi al sole abbiamo voluto stendere l’anima “

TANO CUVA

Divinare sul futuro è una pratica diffusa. Una tentazione dalla quale è difficile sfuggire. In verità l’attesa di quello che può accadere riempie la vita e a un tempo la condiziona. È alla base dei nostri entusiasmi ma anche delle nostre tristezze, dei nostri slanci creativi ma anche delle nostre chiusure improvvise. Una pratica molto diffusa dove gioca sempre un ruolo fondamentale il passato, le cose che sono già accadute dentro e fuori di noi.

E tu Tano appartieni al passato anche se solo temporale.

L’ultima conversazione al telefono nella quale mi chiedevi di aspettare qualche lunedì perché volevi che io ti riportassi a casa nulla faceva presagire quanto invece è accaduto qualche giorno dopo.

Malgrado la sofferenza continuavi a stabilire il da farsi. È stata quella l’ultima volta nella quale ho ascoltato la tua voce. Poi due giorni di silenzio da me non compresi.

Tano, da quando te ne sei andato un nuovo grande vuoto è stato creato nel mondo che ci apparteneva.

Per oltre 20 anni sei stato protagonista assoluto nella difficile arte di organizzare le pubbliche relazioni del gruppo “I Nebrodi”; per decenni sei stato il suggeritore occulto, l’ideatore, l’appassionato sostenitore e diffusore dell’intensa attività internazionale e non.

Ma soprattutto sei stato punto di riferimento per il contatto umano con tutti i ragazzi: sapevi ascoltare le loro ragioni, interpretavi le loro istanze, risolvevi i problemi di tutti anche quelli a prima vista irrisolvibili. Sempre disponibile, concreto. Concretezza che riuscivi a trasmettere ad ogni tipo di interlocutore con simpatia e calore. Sdrammatizare i problemi era la tua specialità, eri unico nell’indicare le vie d’uscita, le soluzioni.

Generazioni di giovani hanno apprezzato queste doti, da tutti riconosciute. Al momento non lasci eredi che possano raccogliere il tuo testimone. Ho perso, abbiamo perso uno dei più strenui difensori dell’identità, delle tradizioni, dei valori.

Tano con te perdiamo non solo un autorevole e capace P.R. ma soprattutto un amico ed un uomo che con la sua vita ha testimoniato i valori dell’impegno civico. Una persona rara alla quale noi tutti dobbiamo qualcosa.

Buongiorno, buongiorno da tutti noi.