La
morte di un uomo genera sempre sconforto, amarezza,rimpianti,dolori
emozioni intense e profonde in coloro che lo hanno conosciuto,amato,stimato.
E tutto un universo che scompare, che precipita nel nulla del nulla,
cancellato dalla tetra morte. Un universo di pensieri, di affetti, di
sogni, di speranze. Ed è proprio quello che avvenuto con la scomparsa
di Michele.
Certamente gli elogi e le lodi post mortem sono poca cosa di fronte
al ricordo stesso che si fa memoria e che alimenta il cuore e la mente
degli umani viventi: parenti, amici, conoscenti.
Sono
cresciuto, siamo cresciuti con Michele. Ho avuto il piacere di ascoltare
le sue “lezioni di vita” che diventavano lezioni sul Romanticismo
o sull’Illuminismo sulla 850 Coupè bianca mentre da Gioiosa
andavamo a Ficarra o in una camera di un lussuoso albergo di Bruxelles.
Io
e tanti giovani di Ficarra abbiamo scoperto il “ Mondo “
con te nelle vesti di “ Cicerone “ . I freddi paesini d’Olanda,
le città della Germania del Belgio ci sono apparsi quasi familiari
ed accoglienti nel momento in cui, grazie a te, al gruppo, ci sentivamo
“ baldi conquistatori “
Sotto
la tua guida Ficarra, agli inizi degli anni 70, ha vissuto uno dei momenti
più vivi, impegnati, gioiosi: ci hai insegnato non a cantare,danzare,recitare
ma ad organizzare , a rischiare, a cominciare a vivere.
Figlio,
anima e cuore pulsante della sua materna terra siciliana hai saputo
descrivere, volti, personaggi,luoghi, atmosfere, poesia di questo amato
paese da te adottato senza mai dimenticare la natìa Patti.
Ci
hai insegnato a non rassegnarci, a sfatare miti e modi di essere con
l’impegno, la costanza la poesia “ Si dice che in Sicilia
la gente ami stendersi al sole noi al sole abbiamo voluto stendere l’anima
“.